#01 – Gli assistenti vocali

di | Febbraio 6, 2021

Nella puntata introduttiva ho citato il Google Home. Se non lo conosci è uno di quegli aggeggi che si mettono in casa e possono, tra le varie cose, comandare gli elettrodomestici smart.

I prodotti Echo di Amazon sono praticamente la stessa cosa ma di un altro produttore. Ma cosa c’è dietro il dispositivo che metti in casa? Semplicemente l’assistente vocale del produttore di turno.

Nel caso della famiglia Google Home c’è Assistant, si proprio lo stesso che si trova sui cellulari Android. Per Echo invece c’è Alexa, nell’ecosistema Apple c’è Siri e su Windows trovi Cortana.

Ascolta “01 – Gli assistenti vocali” su Spreaker.

 

E dietro l’assistente? 
Qui la faccenda si fa delicata: ci sono dei server, tanti server, che compongono la cosiddetta Intelligenza Artificiale. È proprio quest’ultima a rispondere alle domande. E si nutre dei dati e delle ricerche degli utenti per potersi affinare e migliorare.

Personalmente ho in casa un Google Home ma conosco persone che non ne vogliono sentire parlare per motivi di privacy. In effetti questi dispositivi restano in perenne ascolto, in attesa di sentire la parolina magica che ne permette l’interazione.

 

Amazon stessa ha ammesso che ha diversi team di persone dedicati all’ascolto e che questo le consente di riuscire a migliorare la comprensione e le funzionalità di Alexa.

Anche Google nel 2019 ha ammesso di fare lo stesso. 

La privacy è a rischio?

La risposta sarebbe NI per una serie di motivi: queste aziende tramite le loro app già sanno più o meno tutto degli utenti. In nome della privacy dovremmo tutti iniziare a eliminare tante applicazioni, per non dire direttamente lo smartphone. 

 

E non solo.

 

Un altro motivo sta nella sicurezza dei dati: se la nostra preoccupazione è che cadano nelle mani degli impropriamente detti hackers dobbiamo fidarci di queste aziende. Da anni trattano i big data e prendiamo per buono che abbiano strutture ben protette e sotto monitoraggio continuo.

Effettivamente si: affidare i nostri dati è veramente un atto di fiducia.

Ma di questo parleremo in un’ altra puntata.

 

Tornando a parlare degli assistenti la domanda è: sono utili? A oggi dico un SI convinto e incondizionato. Solo un paio di anni fa li trovavo inutili e rimanevo perplesso per l’entusiasmo provato dalle persone a parlare con Siri. Non ne capivo proprio l’utilità. Ho cominciato a comprenderla con l’avvento di Echo e Google Home: usare la voce per comandare oggetti mi sembrava una cosa già più sensata.

Sugli smartphone invece l’ho capito quando ho visto mia madre usarlo per fare delle semplici ricerche su Google: trova ciò che le serve in un attimo.

Ho compreso che sullo smartphone non è inutile, semplicemente è una cosa che non fa per me. Io le ricerche continuo a farle digitando ma ora mi è chiaro che per una fetta di utenti usare la ricerca vocale sia una cosa più immediata. 

A volte capita di valutare una cosa solo per le proprie esigenze senza guardarla in un contesto più ampio. Ed è proprio l’errore che ho fatto io.

A oggi anche i sistemi multimediali delle auto sono compatibili e perfettamente integrati con gli assistenti vocali: la praticità di questa implementazione direi che è scontata. Basti solo pensare alla maggiore sicurezza che si può avere nel far partire una telefonata, riprogrammare il navigatore o appuntarsi un pensiero senza dover togliere le mani dal volante o fermarsi.

 

Per cosa lo uso io invece? Per accendere le luci, sentire le ultime notizie mentre sorseggio il caffè mattutino, impostare timer mentre cucino e ascoltare musica. Un uso sicuramente ridotto rispetto alle sue enormi potenzialità.

Nativamente, o tramite un sistema chiamato IFTTT, è possibile anche personalizzare le risposte a determinate domande: è una funzione che può risultare molto divertente. IFTTT non è solo questo: permette soprattutto l’integrazione di servizi che tra di loro non sono compatibili. Ti lascio il link nelle note su tecnoriflessioni.com!

 

Per questa prima puntata è tutto: a presto!

 

“Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse potrà porne uno.” Einstein

 

Note