Arresti nel Darkweb: due considerazioni al volo

di | Luglio 13, 2022

Non tanto tempo fa ti ho spiegato cosa è il Dark Web e i suoi vari utilizzi. La cronaca ovviamente cita solo gli utilizzi meno nobili, come è giusto che sia. La polemica la rimando di qualche riga, prima ho bisogno di fare con te un passo indietro nel tempo per capire meglio cosa è successo oggi.

 

Sono sicuro che non ti è sfuggito un dettaglio: ho parlato di aumento della privacy e non di anonimato totale. Su internet l’anonimato totale praticamente non esiste e, seguendo le briciole, è possibile risalire a tutto. La rete TOR non è esente da questo problema: per la sua conformazione in particolari circostanze è attaccabile dall’interno. Ne sono la prova gli arresti ad opera dell’FBI dei proprietari di alcuni “Amazon del crimine” che erano presenti da anni. In altri casi si è invece utilizzato il metodo dell’honeypot, cioè del vaso di miele. 

I federali hanno preso possesso e gestione di un sito pedopornografico e per 20 giorni hanno tracciato e incriminato gli utenti che si sono collegati in quel periodo. Inutile negarlo: la darknet sono luoghi pericolosi nei quali un normale utente probabilmente oggi non dovrebbe entrare. Ciò nonostante restano strumenti utilissimi: Wikileaks da sempre protegge l’anonimato delle proprie fonti facendo transitare conversazioni e documenti sulla rete TOR. E un procedimento simile viene utilizzato da cittadini e reporter per oltrepassare la censura informatica negli stati che non amano la libertà di stampa e di espressione.

 

Con queste parole nella puntata sul Dark Web ti spiegavo come l’anonimato totale non esiste nemmeno nei bassifondi del web. È proprio di oggi la notizia che un italiano è stato arrestato per aver commissionato un omicidio ad un sicario ingaggiato nel lato oscuro di internet. 

Da un lato c’è il comunicato citato da ANSA dove l’FBI afferma che la rete “finora ritenuta impenetrabile, non è più tale“, dall’altra ci sono notizie che raccontano come tutto ciò sia stato possibile seguendo le cripto valute utilizzate per arrivare al mandante.

Vorrei solo fare un paio di considerazione: TOR non è mai stata impenetrabile. Precedenti arresti sempre ad opera dell’FBI lo dimostrano da tempo e in quella puntata te ne ho raccontato uno a titolo di esempio.
Ci vuole più tempo, ci vogliono risorse diverse e alcune circostanze favorevoli. Ma non è mai stata totalmente impenetrabile.

La seconda considerazione riguarda le cripto e il falso mito dell’anonimato: anche in questo caso sono solo più difficili da associare ad una persona. Ma se sei l’FBI al 90% la piattaforma dove è ospitato il portafogli dell’utente ti dirà tutto di quel portafogli. Compreso il nome del titolare e la carta che è stata usata per comprare le cripto. Soprattutto se il wallet e l’exchange usati hanno sede negli USA. Per la natura delle crypto il registro delle transazioni è pubblico e teoricamente non modificabile: seguire il denaro è alla portata di browser.

Credo che entrambe le cose abbiano contribuito al rintracciamento dell’uomo e meno male che così è stato. Resto solo titubante davanti a proclami che distorcono di molto la realtà dei fatti.

Questo è solo uno dei tanti casi dove vengono usati termini a caso per gonfiare la notizia. ANSA dal canto suo ha virgolettato la frase incriminata riportandola da un comunicato esterno. Purtroppo non sono stato in grado di capire se il comunicato fosse della Polizia Postale o direttamente dell’FBI (ma credo sia di questi ultimi).

 

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