Internet è una preziosa risorsa che ormai utilizziamo tutti. E chi non la usa inevitabilmente fa affidamento ad altre persone che lo usano. Mi riferisco, come altre volte, a quella fetta di popolazione anziana che per un motivo o per l’altro non è connessa.
Stai ascoltando questo podcast e quindi anche tu sei un utilizzatore di internet. Magari lo ignoravi ma questo podcast è su internet e la tua applicazione non fa altro che accedere proprio a internet per recuperare e farti ascoltare la puntata. Praticamente ogni applicazione che hai sul tuo smartphone accede alla rete per funzionare.
Ascolta “Come funziona internet?” su Spreaker.
Ma come funziona la rete?
Il concetto alla base di tutto è un semplice “qualcosa chiede, qualcosa risponde”. Per quanto banale e ultra semplicistico sia internet si basa proprio su questo principio.
Quando chiedi al browser, cioè al tuo programma di navigazione, di aprire google.it succede questo: il tuo dispositivo rintraccia google e gli chiede di visualizzare la pagina. Se tutto va bene Google risponde con la pagina che ti troverai davanti agli occhi.
Per essere un attimino più tecnici tu sei il client, cioè il richiedente, mentre Google è il server, cioè la macchina che ti ha servito il contenuto.
Immagina di essere seduto al tavolino di un bar e di chiedere una birra. Tu sei il client che fa la richiesta al barista che è il server. Il barista risponderà preparando la tua birra oppure con un messaggio di errore. Tutto questo avviene tramite il cameriere che possiamo vedere come la rete. In realtà il cameriere potrebbe funzionare anche da server DNS e router, ma magari lo vedremo in un altro episodio. Non voglio entrare troppo nel tecnico almeno in questo episodio.
Praticamente tutto ciò che è in una qualsiasi rete funziona così: una macchina chiede, l’altra macchina risponde. Come se fosse una chiacchierata tra cliente e negoziante.
Ho detto “in una rete” perchè non esiste solo internet. Se in casa hai una linea internet attiva probabilmente avrai più dispositivi collegati al modem router: ecco, anche la tua è una rete. Più precisamente una rete LAN domestica che funziona con gli stessi criteri di Internet. LAN è l’acronimo di Local Area Network, cioè rete locale. La differenza è la sua circoscrizione e il fatto che i contenuti che ti interessano saranno su internet e non sulla rete locale. Ovviamente non è sempre così: un esempio pratico potrebbe essere la rete del tuo ufficio dove magari c’è un server vero e proprio. O il computer di un collega che funge da server condividendo una stampante, un pezzo della sua memoria o altri servizi. O un computer generico adibito a server.
Ascoltando avrai capito che esistono tanti servizi: un server scritto per condividere una stampante funzionerà diversamente da uno scritto per farti vedere una pagina web. Possono stare tranquillamente sullo stesso computer perché non sono altro che dei programmi scritti per fare il lavoro sporco e generalmente non fanno a pugni l’un l’altro.
Quanti server esistono? Decine per ogni servizio. Si perchè per offrire un servizio esistono decine di programmi scritti allo scopo che si differenziano per configurazioni, performance o per il modo in cui svolgono il loro compito. Ma il risultato finale deve essere il medesimo per aderire agli standard del Web.
Esiste infatti un consorzio che si occupa della definizione e del mantenimento dei protocolli standard del web. Questo fa si che tu possa usare il programma che preferisci. Garantendo così allo stesso tempo compatibilità e libertà di scelta. Questo consorzio si chiama W3C, World Wide Web Consortium e opera dal 1994. È grazie al W3C se, ad esempio, puoi usare per navigare il programma che preferisci con la sicurezza di visualizzare una pagina web sempre nella stessa maniera. Nei primi anni 2000 era facile trovare sui siti delle diciture che indicavano quale programma usare per avere la giusta visualizzazione. Oggi l’adozione degli standard e la costruzione dei browser intorno a due o tre motori rendono queste indicazioni inutili. Per motore intendo il cuore del browser, cioè quel pezzi di programma che si occupa dell’interpretazione del codice sorgente delle pagine web. A fondare questo consorzio è stato Tim Berners-Lee: niente di meno che il papà del World Wide Web!
Come sempre ho infilato un pezzo di storia della tecnologia: trovo che sia sempre interessante ripercorrere un po’ la storia degli strumenti che utilizziamo.
E anche per oggi è tutto: prima della citazione ti ricordo che in descrizione ci sono dei link utili nel caso tu abbia voglia di approfondire o metterti in contatto con me.
“I fruitori del web ultimamente vogliono arrivare ai dati rapidamente e facilmente. Non interessano più tanto i siti attraenti e il design elegante
(Tim Berners-Lee)”
Fonti
- W3C: World Wide Web Consortium
- Tim Berners-Lee (Wikipedia)
- Sistema Client Server (Wikipedia)
- Sistema Client Server (PDF Università di Siena)
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