#08 – Il Metaverso

di | Gennaio 25, 2022

Qualche settimana fa il Metaverso di Facebook ha fatto irruzione nei media. È stata spinta come una delle più grandi innovazioni di questi ultimi anni. Ma cos’è il metaverso e perchè cambierà il nostro modo di vivere online e offline?

Ascolta “08 – Il Metaverso” su Spreaker.
Iniziamo col dire che l’idea di metaverso non è niente di nuovo: compare nella letteratura cyberpunk per la prima volta nel 1992 proprio nella forma riproposta oggi da Zuckerberg. Come tecnologia, invece, uno dei primi esempi su scala mondiale è stato Second Life che attualmente è ancora operativo. In Second Life si crea un avatar, cioè un personaggio possibilmente il più fedele a noi stessi, per interagire con il resto del mondo virtuale. Ma questa piattaforma è pressochè disabitata: conta più di 70 milioni di utenti registrati ma solo 200mila utenti attivi giornalieri. Nonostante questo riesce a fruttare ancora 80 milioni di dollari l’anno ai suoi creatori. Non male per un mondo di 10 anni ormai disabitato vero?

Ci sono case da comprare, vestiti, cibo. Ma anche locali notturni e club. E si spendono soldi veri all’interno della piattaforma con delle vere e proprie transazioni.

Ai tempi d’oro di Second Life sulla piattaforma si esibivano attori, cantanti e addirittura politici in campagna elettorale. Per l’Italia un timido tentativo venne fatto da Antonio di Pietro ma il progetto venne abbandonato rapidamente.

Nei primi anni 2000 ho sporadicamente utilizzato second life, spesso per chattare con alcune persone in ambienti diversi da chat irc e MSN Messenger. .

Il metaverso è tutto questo, migliorato e soprattutto riprogettato per integrarsi nella vita di ogni giorno e abbattere la barriera tra real life e virtual life.

 

Se già ora è possibile vendere prodotti su Facebook immagina il potenziale del tuo negozio visitabile da casa propria. Con i clienti che realmente si muovono tra gli espositori dei prodotti. Interazioni che vanno oltre la chat testuale. Parliamo di avatar che si potranno muovere nello spazio e potranno interagire con gli oggetti presenti nel negozio virtuale attraverso l’uso di un guanto da indossare. Il visore sarà dotato di cuffie stereo che saranno in grado di stabilire volume, lontananza e direzione delle voci nella stanza. Un po’ come il sistema Dolby Sorround del televisore per renderti meglio l’idea.

 

E gireranno soldi. Parecchi soldi. Tantissimi soldi. Esistono già delle piattaforme di metaversi sui quali vi sono compravendite di oggetti virtuali come foto, opere d’arte ed auto a prezzi folli. Addirittura c’è un mercato di case e terreni virtuali. Tutto ciò al momento è possibile grazie agli NFT che fanno parte della criptovaluta Ethereum. Il più famoso è Open Sea che a metà gennaio ha superato i 3,5 miliardi di dollari di compravendite. Tutto in Ethereum.

 

Immagina ora tutto questo implementato, migliorato e sviluppato dalla vecchia Facebook che per l’occasione è stata ribattezzata META. È veramente l’inizio di un nuovo approccio ai servizi digitali. Ma soprattutto sarà praticamente azzerato il già sottile confine tra vita online e vita offline.

Con tutte le implicazioni etiche e morali che il Metaverso porterà con sè.

Indubbiamente sarà una rivoluzione: se hai sperimentato lo smart working in questi anni sai bene quanto sia freddo e distaccato come mezzo per relazionarsi con colleghi e clienti. Probabilmente col tempo anche gli uffici pubblici entreranno in questa nuova realtà e ci troveremo a fare la colonna allo sportello anche nel mondo virtuale.

Per non parlare della DAD: per quanto molti bambini la trovino divertente manca davvero di interazione.

Ma Zuckerberg non è totalmente nuovo a questo mondo: da anni lavora ai visori Oculus per la realtà virtuale. Con questa nuova evoluzione si mette con un piede nel futuro strizzando l’occhio anche a quelle fasce d’età che snobbano l’attuale facebook preferendo altri social ritenuti più giovanili e moderni.

Il contatto e la presenza fisica non potranno mai essere sostituiti da nessuno strumento ma sicuramente la creazione di un ambiente tridimensionale immersivo come quello del metaverso potrebbe abbattere qualche barriera in più. O magari crearne di altre nel caso se ne dovesse diventare dipendenti e assuefatti.

È inutile nasconderlo: ogni cosa può diventare negativa se utilizzata male. E spesso il male va di pari passo con l’abuso della stessa.

Te li immagini i rapporti intimi con l’utilizzo del caschetto come accadeva nel film Demolition Man? Ci aspetta quindi un futuro fatto di Avatar e collegamenti alla Matrix? 

È possibile: l’importante, come in ogni cosa probabilmente sarà riuscire a non abusarne.

Non ti nascondo che il Metaverso stuzzichi molto la mia fantasia e la mia vena tecnologica e sono abbastanza certo che non sarà una delusione o peggio ancora un fuoco di paglia.

 

“Adesso mi sembra questa la realtà. E il mondo reale la fantasia” (Avatar)

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