Un’App è per sempre?

di | Luglio 3, 2023

Siamo portati a pensare che i grandi marchi non sbaglino mai un colpo e che magari non tornino mai sui propri passi.

Ti stupirà sapere invece che a differenza nostra sanno quasi sempre quando è il momento di abbandonare un progetto. Senza insistere in un inutile sperpero di energie e denaro.

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Ovviamente ti parlo per ciò che riguarda la tecnologia anche se in ogni settore possiamo trovare situazioni simili.

Un esempio significativo è Google: al momento vanta 288 progetti chiusi divisi tra servizi, applicazioni e hardware. A sentirlo così potresti pensare che un progetto venga chiuso dopo tanti anni di fallimenti o con la perdita di interesse da parte degli utenti. Ma non è sempre così: Google Stadia ne è un perfetto esempio. Stadia era un progetto di cloud gaming, cioè di videogiochi giocabili in streaming: è durato a malapena 4 anni. Un altro esempio di chiusura velocissima è Youtube Messages che era una sorta di messaggistica istantanea su youtube in affiancamento ai classici commenti: è durata appena due anni.

 

Se da qualche anno utilizzi Android non ti sarà difficile ricordare tante altre app nate e abbandonate da parte di Google. Uno dei motivi sta nel 20% Free Time: ogni dipendente può usare il 20% del tempo lavorativo per portare avanti un proprio progetto, senza obblighi o scadenze. Qualcuno di questi progetti personali cattura l’attenzione e viene realizzato. Ma se poi non funziona non ci sono problemi: si chiude e amici come prima. Sembrerebbe che GMAIL sia nato così!

Altre applicazioni o servizi invece vengono integrate in altre o inserite in alcune suite per la produttività: pensa alle Google Apps che negli anni si sono trasformate in Google Suite e oggi si chiamano Google Workspace: in un unico pacchetto si passa da Drive, a Gmail, a Docs e tanto altro.
Un altro esempio può essere Google Play Music che ha cambiato nome in Youtube Music ma che essenzialmente ti fa ascoltare musica esattamente come prima. Un’app che molto probabilmente andrà in pensione a breve è Google Podcast: YouTube ha già integrato le playlist per i podcast e mi aspetto l’assorbimento di Google Podcast in Youtube Music. Sarebbe un modo per emulare Spotify e avere tutto in una unica applicazione.

 

Ti ho parlato di Google ma questa pratica riguarda praticamente tutti. A oggi Apple e Microsoft non fanno eccezione: Apple vanta 53 abbandoni mentre Microsoft 148. Per correttezza dovrei dividere software e servizi dall’hardware: è scontato che un lettore MP3 o un computer pre-assemblato abbiano un ciclo di vita prestabilito rispetto ad un programma o servizio.

Ma il web è un posto meraviglioso e qualcuno si è preso la briga di creare dei cimiteri virtuali che raccolgono informazioni e date su tutti questi progetti abbandonati: ti lascio i link su TecnoRiflessioni.com per approfondire. Ti stupirai nel rivedere nomi di applicazioni che non usi più da anni!

Ma prima di andare a spulciare la lista prova a pensare a qualche app scomparsa che utilizzavi. Una di quelle che ti fa pensare “accipicchia quanto mi manca!”. E se ti va, condividila nei commenti o nel gruppino telegram!

 

Il fallimento è una possibilità di ricominciare in maniera più intelligente

Henry Ford

 

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